Ognuno deve fare la sua parte

Il dibattito sulla separazione delle carriere: l’intervento di Cecchino Cacciatore

L’obiettivo della separazione delle carriere dei magistrati, tra requirenti e giudicanti, è (in buona fede; i retropensieri o gli avantipensieri su occulte e misteriose finalità non appartengono alla realtà con cui fare in conti in concreto) esaltare definitivamente l’imparzialità (non- parziale!) del giudicare come metodo probatorio diverso e lontano da quello delle parti e in particolare dalla parte dell’accusa che continua anacronisticamente a definirsi si parte, ma imparziale.

Dunque, concretamente, la legge assicura l’indipendenza del pubblico ministero (art. 104, 108 e 112 Cost., con l’obbligo di esercitare l’azione penale, art. 112 Cost. dirigendo le indagini e disponendo direttamente della Polizia giudiziaria, art. 109 Cost., 327 cpp).
Orbene, l’imparzialità del metodo probatorio del giudice per la ricostruzione dei fatti- retta dal principio del contraddittorio- si sublima col ricorso alla conferma o alla confutazione delle ipotesi tramite le argomentazioni

delle parti, prevedendosi addirittura la possibilità di produrre prove contrarie. Le parti, cioè, prendono decisa posizione intorno al fatto da provare. Le parti, così facendo, nobilitano l’imparzialità di chi su quella presa di posizione deve far calare il proprio giudizio terzo.

Ed è, insomma, lo stesso modello di argomentazione tracciato per il ragionamento probatorio nel processo penale ad incentrarsi sui concetti di ipotesi, indizi e prove da rappresentare nel contraddittorio tra le parti (art. 111 Cost), sollecitando il ragionevole dubbio mediante una giustificazione razionale della decisione che, terza, in quanto adottata da un giudice imparziale, dovrà dare, infatti, conto dei risultati acquisiti e dei criteri adottati (art. 192 cpp), enunciando le ragioni per le quali il giudice ritiene non attendibili le prove contrarie addotte dalle parti medesime (art. 546 cpp).

Si tratta, in buona sostanza, di un modello di prova che dipende dagli attori processuali che lo devono applicare, ognuno nel suo ruolo e nelle sue funzioni (le parti e il giudice), tanto più idoneo quanto più indipendente reciprocamente.
Tant’è!

Cecchino Cacciatore è avvocato penalista. Ha svolto attività di tutor presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno per la disciplina Procedura penale, è stato docente presso l’Università degli Studi di Salerno – Scuola di specializzazione per le Professioni legali – in Diritto processuale penale, segretario della Camera Penale Salernitana, vice presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, direttore della Scuola di formazione per gli avvocati istituita dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno.
L’avvocato Cecchino Cacciatore è autore di numerose pubblicazioni in materia di tutela dei diritti e delle garanzie nel processo penale.

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