Estrema destra e IA: come si manipola l’opinione pubblica con immagini false

L’estrema destra europea sfrutta l’intelligenza artificiale per costruire immagini false, diffondere paura e orientare l’opinione pubblica, aggirando i controlli e sfruttando le emozioni per manipolare il consenso elettorale.

Una bambina bionda tra le luci di Natale. Una giovane donna che cammina tranquilla per strada di notte. Scene idilliache, usate per rievocare un passato idealizzato. Ma non sono reali: sono immagini create artificialmente con l’intelligenza artificiale.

Durante le elezioni del 2025 in Germania, un partito di estrema destra ha fatto largo uso di questi contenuti, sfruttando la contrapposizione visiva tra un’immaginaria “Germania perfetta” e la presunta minaccia rappresentata dai migranti, raffigurati come figure oscure e pericolose. Il messaggio è semplice e potente: la nazione è sotto attacco e serve un ritorno all’ordine.

Ma la strategia non è circoscritta a un singolo Paese. In tutta Europa, i movimenti dell’estrema destra stanno utilizzando l’IA generativa per diffondere immagini costruite ad hoc, spesso cariche di messaggi razzisti, allarmistici e xenofobi. Contenuti che si adattano facilmente a qualsiasi campagna politica e che, con l’aiuto dei social, raggiungono milioni di persone in poco tempo.

Propaganda visiva e paura costruita

In diversi Stati dell’Unione, negli ultimi anni, sono comparsi video e immagini costruiti con l’intelligenza artificiale per illustrare scenari catastrofici in caso di vittoria di partiti centristi o progressisti. Questi contenuti mostrano invasioni di migranti, degrado urbano, instabilità sociale, spesso accompagnati da elementi visivi disturbanti e volutamente esagerati. L’obiettivo è sempre lo stesso: suscitare paura e sfiducia verso il cambiamento.

L’IA si dimostra uno strumento perfetto per questo scopo, capace di produrre immagini dall’alto impatto emotivo in tempi rapidissimi. Le immagini non devono essere vere, ma solo credibili. E infatti, spesso, non vengono nemmeno segnalate come artificiali.

Immagini che dividono: passato glorificato contro presente “contaminato”

Questa narrazione si basa su uno schema ricorrente: si contrappone un passato idealizzato — fatto di ordine, sicurezza, identità — a un presente caotico e minaccioso, che viene attribuito all’immigrazione e alla diversità culturale. In alcuni casi, le immagini create con l’IA mostrano città europee trasformate in luoghi sporchi, violenti, dominati da simboli religiosi non cristiani, con architetture stravolte e spazi pubblici snaturati.

Questi contenuti spesso si inseriscono in tendenze virali dei social network, dove immagini o video che “immaginano il futuro” vengono reinterpretati in chiave razzista e allarmista. Le teorie del complotto legate alla “sostituzione etnica” trovano così una nuova forma di diffusione visiva, più accattivante, più insinuante, e quindi più pericolosa.

Propaganda travestita da intrattenimento

La strategia comunicativa dell’estrema destra passa attraverso meme, trend, filtri e contenuti apparentemente ironici o leggeri. In realtà, si tratta di messaggi politici accuratamente confezionati. Il contenuto emotivo viene prima della verifica dei fatti. L’immagine colpisce, scuote, resta impressa. Poco importa se è falsa, purché sia efficace.

Molti post recenti hanno mostrato volti di persone coinvolte in fatti di cronaca, accompagnati da frasi forti e immagini generate artificialmente. I volti sono pixelati per sembrare veri, ma in realtà non esistono. E proprio questa ambiguità rende la propaganda ancora più pericolosa: ciò che appare reale, anche se falso, finisce per influenzare le opinioni di chi guarda.

L’illusione che diventa realtà

Non si tratta solo di partiti e candidati. In molti casi, a diffondere questi contenuti sono profili anonimi o influencer di dubbia identità, che si spacciano per fonti attendibili e utilizzano l’IA per costruire immagini emotivamente forti e politicamente orientate. Queste pagine “satellite” riescono a insinuare narrazioni radicali attraverso canali paralleli, rendendo ancora più difficile distinguere tra informazione e propaganda.

Nella maggior parte dei casi, non c’è alcuna indicazione che le immagini siano generate da IA. Una violazione delle norme europee sulla trasparenza digitale, che impongono di segnalare esplicitamente questi contenuti, soprattutto in ambito elettorale. Ma intanto, il danno è fatto: la percezione pubblica è alterata, e la disinformazione si diffonde senza ostacoli.

Un rischio per la democrazia

Il vero pericolo è che tutto questo sta diventando normale. Sempre più persone accettano immagini e messaggi come veri solo perché confermano le proprie convinzioni. Non importa se qualcosa sia falso: se rafforza la propria visione del mondo, viene condiviso, creduto, rilanciato.

Così, l’intelligenza artificiale diventa un’arma politica potentissima. E mentre le istituzioni faticano a stare al passo, la democrazia rischia di perdere terreno, sommersa da contenuti manipolati che giocano con la paura, la nostalgia e il rancore.

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