Tra inchini atlantici e sovranità svenduta, l’Italia con il cappello in mano dopo il vertice G7 di Kananaskis.
Il prezzo del compromesso fiscale: minori entrate per lo Stato
L’accordo sulla tassazione minima globale del 15% è stato svuotato da una clausola cruciale: l’esenzione per le multinazionali statunitensi come Apple, Google e Meta. Questo compromesso, definito “onorevole” dal ministro Giorgetti 19, ha un costo preciso per l’Italia:
- Perdita di gettito stimata tra 2 e 3 miliardi di euro annui, secondo l’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica.
- Meccanismo di funzionamento: le Big Tech pagheranno le tasse principalmente negli USA grazie al sistema di crediti d’imposta, azzerando i benefici per i Paesi dove generano ricavi (come l’Italia).
- La minaccia delle “revenge tax” (clausola 899 dell’OBBAA Act) ha costretto l’Europa a cedere: ritorsioni automatiche del 25% sui prodotti europei erano previste in caso di applicazione della global tax senza deroghe.
Aumento della spesa pubblica in energia: la transizione forzata
Gli accordi sul phase-out del carbone entro il 2035 e le restrizioni alle importazioni di idrocarburi russi impongono oneri aggiuntivi:
- Investimenti necessari: 600 miliardi di dollari/anno a livello G7 per riconvertire le reti elettriche verso le rinnovabili. Per l’Italia, ciò significa:
- Costi di sostituzione del gas russo, prima al 43% del mix energetico nel 2020, oggi sotto il 5%.
- Maggiori importazioni di GNL dagli USA a prezzi superiori del 15-20% rispetto al gasdotto russo.
- Sussidi alle imprese e famiglie: Nel 2025, la spesa per compensare i rincari energetici potrebbe superare i 5 miliardi (dato UPB).
Spesa militare: la pressione NATO al 3.5% del PIL
La richiesta USA di allineare la difesa al 3.5% del PIL entro il 2035 (dal 2% attuale) comporterà:
- Costi aggiuntivi per 20 miliardi annui per l’Italia, equivalenti a una manovra finanziaria ogni 5 anni.
- Dipendenza tecnologica: il 70% degli acquisti militari italiani è rivolto a sistemi d’arma USA (F-35, missili Raytheon).
Perdita di competitività industriale e tecnologica
Due gli ambiti critici:
- Sanzioni alla Cina:
- Dazi UE sui veicoli elettrici cinesi (fino al 38.1%) aumenteranno i costi per l’industria automobilistica italiana (ricambi, elettronica).
- Perdite stimate: -1.5 miliardi per l’export di macchinari verso la Cina nel 2025.
- Limitazioni tecnologiche:
- Accordi G7 su AI e semiconduttori penalizzano aziende europee come STMicroelectronics, escluse dai mercati emergenti.
- Il Point of Contact Group per le supply chain critiche favorirà imprese USA (NVIDIA, Intel).
Effetti collaterali: idrocarburi russi e guerra commerciale
- Diversificazione energetica: L’abbandono del gas russo costa +1.2 miliardi/anno per infrastrutture GNL (terminali di Piombino e Ravenna).
- Sanzioni alla Cina: Ritardi nelle forniture di componenti per meccatronica e solare, con +12% dei costi produttivi per le PMI.
- Contromosse dei BRICS+: Il corridoio ferroviario Russia-Iran-India per il carbone aggira le sanzioni, ma indebolisce i partner logistici italiani nel Mediterraneo.
Conclusioni: un bilancio netto per l’Italia
Il G7 2025 ha consolidato asimmetrie a favore degli USA:
- Vantaggio fiscale USA: Le Big Tech risparmieranno 20 miliardi/anno in tasse globali.
- Italia in deficit: Tra minori entrate (fisco), maggiori uscite (difesa/energia) e perdita di mercati (Cina/Russia), l’impatto netto potrebbe superare i 30 miliardi al 2030.
- Ridotta autonomia strategica: Dipendenza energetica da GNL USA, tecnologia bellica statunitense e frammentazione industriale segnano un arretramento geopolitico.
Riepilogo dei costi per l’Italia
Voce di costo | Stima (miliardi €/anno) |
Minore gettito fiscale | 2-3 |
Sussidi energia | 5+ |
Spesa militare aggiuntiva | 20 |
Perdite export verso Cina | 1.5 |
Investimenti sostitutivi gas russo | 1.2 |
In sintesi: gli accordi del G7 2025 trasferiscono risorse dall’Italia agli USA, erodendo la base industriale e la sovranità fiscale. La “vittoria” di Trump è misurabile in miliardi sottratti al bilancio pubblico italiano.
Fonti: IlSole24Ore, ItaliaInforma, mimit.gov.it, UPB, Wikipedia, MilanoFinanza, HuffingtonPost, Decode39
Una risposta
Insomma sembra ci sia vonvenuto portare la Meloni al Governo! Purtroppo, vuoi per ignoranza, vuoi per stupidità e becera tifoseria, ancora oggi sono molti gli italiani che supportano il Governo attuale ed i partiti della destra centro. Meloni è una ignorante (nel senso che ignora), Salvini no comment e Tiani lo stesso. Non nomino gli altri perché non contano un c….
Hai povera Italia!
Spero solo che il 50% di elettori che non va a votare si ravvedi uanto prima e la prossima volta vada ad esprimere un voto, che sicuramente non cadrà nell’area del centro destra.