Un piano per attivare il turismo sostenibile nelle aree interne campane. Un confronto europeo e un piano concreto per rilanciare il cuore nascosto della Campania con infrastrutture, cultura e turismo sostenibile.
La Campania e regioni come Andalusia (Spagna), Algarve (Portogallo), Peloponneso (Grecia) e Provenza (Francia) hanno simili caratteristiche geo-paesaggistiche (costa marittima e aree interne rurali), ma mostrano profonde differenze nello sviluppo turistico e infrastrutturale. L’Andalusia destinina al turismo una parte rilevante del PIL regionale e vanta reti di trasporto moderne. Analogamente Algarve dispone di un unico grande aeroporto (Faro) e di infrastrutture viarie finanziate con fondi UE, mentre la Provenza–Alpi–Costa Azzurra (PACA) è servita da più aeroporti (Marsiglia, Nizza, Avignone) e TGV verso Parigi. Anche il Peloponneso è collegato via autostrade e traghetti dai porti di Patrasso e Corinto.
In confronto, la Campania (13.590 km², ~5,8 M ab.) ha sì due aeroporti internazionali (Napoli-Capodichino e Salerno-Costa d’Amalfi, molto più piccolo), ma la rete stradale e ferroviaria interna è frammentata. Il Rapporto Turismo e Territorio segnala che «non tutte le aree sono facilmente raggiungibili ed alcune presentano una situazione infrastrutturale alquanto arretrata» e raccomanda di «potenziare l’accessibilità interna ed esterna». In pratica, le regioni competitor hanno completato grandi vie di comunicazione interne o ricevuto fondi EU specifici (es. corridoi ferroviari ad alta velocità, autostrade costiere), mentre in Campania l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria è rimasta a lungo «eterna incompiuta» e la ferrovia Napoli-Bari è ancora in corso di adeguamento. Queste differenze logistiche si riflettono nella capacità ricettiva e nella fruizione turistica: ad esempio, Andalusia e PACA possono distribuire i flussi su ampi territori, mentre in Campania è concentrata su poche mete costiere (5 destinazioni – Napoli, Pompei, Costiera Amalfitana, Penisola Sorrentina, Capri/Cilento – totalizzano nel 2023 oltre 20,5 milioni di presenze) con scarso collegamento verso l’interno.
Politiche infrastrutturali turistiche in Campania
Negli ultimi 50 anni la Campania non ha mai promosso politiche di investimento turistico paragonabili a quelle delle regioni citate. Non esistono piani decennali per lo sviluppo logistico del turismo (come il Plan META 2027 in Andalusia), né infrastrutture dedicate ai visitatori (ciclabili, percorsi tematici, centri intermodali) che integrino l’offerta costiera con le aree interne. Al contrario, documenti ufficiali sottolineano come i trasporti (strade, ferrovie, porti) nelle zone interne siano rimasti al palo. Ad esempio, in Andalusia sono stati completati progetti come l’autostrada Antequera-Granada e nuovi corridoi ferroviari verso la Sierra Nevada; in Campania opere analoghe (Autostrada del Mediterraneo, Ponte sullo Stretto) sono ferme o finanziate a singhiozzo. In sostanza, se Andalusia, Algarve e Provenza hanno investito in accessibilità turistica diffusa, la Campania ha basato la sua attrattiva su asset preesistenti (patrimonio culturale e paesaggio costiero) senza una visione integrata di sviluppo logistico. L’assenza di questi investimenti emerge nei ranking europei: ad esempio il Rapporto SRM rileva che, pur avendo un patrimonio culturale rilevante, la Campania è 23ª in competitività turistica su 98 regioni UE, penalizzata dal gap infrastrutturale.
Cinque aree interne campane a potenziale inespresso
Oltre alla celebre Costiera, la Campania vanta diverse aree interne di grande valore turistico ancora sottoutilizzate. Tra queste si segnalano:
- Valle del Sarno – Nuceria-Alfaterna (provincia di Salerno/Napoli): area archeologica romana (teatro, mura, necropoli), borghi storici e collegamenti con la Via Appia antica. Il potenziale culturale è elevato, ma manca un’offerta ricettiva dedicata e trasporti pubblici adeguati.
- Cilento interno e Paestum-Velia (Salerno): oltre alle rinomate spiagge, l’entroterra del Parco Nazionale del Cilento custodisce il sito UNESCO di Paestum e l’antica Velia. Aree di grande interesse archeologico e naturalistico, ma attualmente fruite soprattutto da escursionisti; servono strutture ricettive rurali e collegamenti migliori con le coste.
- Vallo di Diano – Certosa di San Lorenzo (Salerno/Salerno interno): il complesso monumentale della Certosa è UNESCO, e nell’area si trovano anche le Grotte di Pertosa e suggestivi paesaggi montani. Tuttavia il Vallo è raggiungibile solo attraverso una statale interna secondaria, con pochi servizi turistici.
- Monti Picentini e Parco del Matese (Avellino/Salerno): zona montuosa con borghi (ad es. Oasi di Fisciano), sorgenti termali e percorsi naturalistici. Mancano offerte di turismo attivo (trekking, cicloturismo) e strutture ricettive di qualità, benché esista un Parco regionale.
- Alta Irpinia e Taburno-Sannio (Avellino/Benevento): ricca di storia (ruine sannitiche come Aeclanum, abbazie come Montevergine) e tradizioni (vino Aglianico, tartufi, sapori tipici). La viabilità montana e la debole segnaletica turistica limitano al momento l’afflusso, pur con eccellenti attrattori naturalistici.
In tutte queste aree il potenziale inespresso è dovuto a mancanza di infrastrutture turistiche (strade interne, segnaletica, trasporti pubblici), scarsità di ricettività organizzata e scarsa promozione. Pur avendo elementi attrattivi comparabili ai concorrenti, queste zone ricevono poche centinaia di migliaia di visitatori all’anno anziché milioni, semplicemente perché i flussi non vi sono stati convogliati.
Lezioni dal progetto META (Andalusia) e proiezioni per la Campania
1. Nuovi afflussi turistici attivabili. Il piano META 2027 dell’Andalusia punta a diversificare offerta e ridurre la stagionalità introducendo nuovi prodotti (es. turismo dell’olivo, percorsi culturali interni). Sulla base di tali obiettivi e del confronto con aree analoghe, stimiamo che anche la Campania potrebbe incrementare significativamente i flussi in un quinquennio. Ad esempio, il totale arrivi 2024 della Campania (~15 M) potrebbe crescere di ~10% spostando attenzione sulle aree interne. Assumendo che la Campania attragga ~1,5 milioni di turisti aggiuntivi all’anno, si potrebbero distribuire nuovi arrivi grossomodo come nella tabella seguente:
| Area | Nuovi arrivi annui stimati | Commento metodo |
| Nuceria-Alfaterna (Valle del Sarno) | 150.000 | Valle collegata alla Via Appia – quota modesta |
| Cilento interno (Paestum/Velia) | 420.000 | Area con tematiche archeologiche e paesaggistiche forti |
| Vallo di Diano/Certosa | 350.000 | Sito UNESCO e natura, potenziale medio-alto |
| Monti Picentini/Matese | 290.000 | Turismo attivo e naturalistico – attivazione graduale |
| Alta Irpinia/Taburno-Sannio | 290.000 | Enogastronomia e archeologia – domanda ancora da stimolare |
| Totale aree interne | 1.500.000 | Circa 10% del totale arrivi regionali 2024 (~15M) |
Metodo di calcolo: abbiamo applicato il target di crescita planificata (Circa +10% di arrivi totali) e distribuito i nuovi turisti sulle aree interne proporzionalmente al loro bacino attrattivo potenziale.
2. Spesa potenziale dei nuovi turisti. Con una permanenza media di circa 3–4 notti e una spesa giornaliera media stimata intorno a 220–250 € (es. 84–100 € per notte in albergo + 133–166 € altre spese), ogni nuovo turista potrebbe spendere sull’ordine di 800–1.000 €. Usando la tabella degli arrivi aggiuntivi sopra, si ricava una spesa turistica annua incrementale nella misura seguente:
| Area | Nuovi arrivi | Nuovi pernottamenti (stima) 4 notti | Spesa media / giorno (€) | Spesa turistica annua stimata (€) |
| Nuceria-Alfaterna | 150.000 | 600.000 | 240 | ~144 M |
| Cilento interno | 420.000 | 1.680.000 | 240 | ~403,2 M |
| Vallo di Diano/Certosa | 350.000 | 480.000 | 240 | ~336 M |
| Monti Picentini/Matese | 290.000 | 400.000 | 240 | ~278,4 M |
| Alta Irpinia/Sannio | 290.000 | 400.000 | 240 | ~278,4 M |
| Totale | 1.500.000 | 6.000.000 | – | ~1,44 Mld |
Calcoli: abbiamo assunto 4 notti di permanenza e ~240 € di spesa media complessiva (alloggio + pasti + servizi). Il valore economico complessivo aggiuntivo per queste aree interne sarebbe quindi dell’ordine di 1,44 miliardi di euro all’anno.
3. Nuovi posti di lavoro. Basandoci su benchmark internazionali (moltiplicatori economici del turismo), possiamo stimare che ogni milione di euro di spesa turistica generi circa 8–12 posti di lavoro diretti nel settore (inclusi indotto locale). Applicando questo range alla spesa aggiuntiva sopra, otteniamo fra 11.520 e 17.280 nuovi posti di lavoro complessivi. Per esempio, nel solo territorio di Nuceria-Alfaterna (150k turisti in più, ~144M € di spesa) si potrebbero attivare oltre 140 posti di lavoro locali (hotel, ristorazione, guide, trasporti).
4. Flussi dal costiero all’entroterra. Una parte di questi nuovi turisti proverrà dal reindirizzamento dei flussi costieri sovraffollati. Ad es., Campania occidentale e Amalfitana contano ~20,5M di notti. Se solo il 10% di questi flussi venisse “dirottato” verso le nuove mete interne per esigenze di delocalizzazione (se applichiamo I parametri degli obiettivi di destagionalizzazione del piano META), si avrebbero circa 2 milioni di notti redistribuite (corrispondenti a ~500k turisti). Nel nostro scenario ciò corrisponderebbe a circa il 20–30% dei nuovi arrivi: ad esempio 100–150 mila turisti in più venuti appositamente per visitare le zone interne, sottratti alle mete costiere più affollate.
Progetti di investimento logistico per l’entroterra
Per convogliare i turisti verso l’entroterra campano servono interventi infrastrutturali e di servizio mirati. Di seguito tre proposte chiave, con indicazione di costi e possibili fonti di finanziamento:
- Collegamenti di trasporto integrati (strade/ferrovie). Esempio: potenziare le vie di accesso verso il Vallo di Diano e Alta Irpinia. Ciò può includere la realizzazione della “Pedemontana del Sele” (nuovo asse viario rapido Salerno–Padula) e il miglioramento delle linee ferroviarie regionali (es. potenziamento della linea Avellino–Benevento per accesso al Taburno). Costo stimato: 100–150 milioni €. Benefici: riduzione dei tempi di spostamento, maggiore sicurezza, incremento fino al 20–30% del traffico turistico nelle aree interne interessate. Potenziali fonti di finanziamento: PNRR (Missione 3 – collegamenti territoriali), fondi europei FESR 2021‑27 (Obiettivo CTE “Mobilità sostenibile”), fondo FSC Sud. Rapporto costi/benefici: aumento del PIL regionale (alcuni miliardi di € su 20 anni), forte moltiplicatore occupazionale (diretto e indotto).
- Hub logistici e intermodali di fruizione turistica. Esempio: creare turismo-info-point integrati nei principali nodi (stazioni ferroviarie o porti di Napoli/Salerno) con treni-navetta elettrici e autobus scenici per le aree montane. Progetto: dotare la stazione di Napoli Centrale di un “Visitor Center Campania” e realizzare parcheggi scambiatori con transfer programmati (navette “Verde Campania”) verso siti interni (Certosa, Nuceria, Irpinia). Costo stimato: 20–30 milioni €. Benefici: rende fluido il passaggio dal turismo balneare a quello culturale/naturalistico, aumenta l’accessibilità delle mete interne, filtra i flussi in chiave ecologica (bus elettrici). . Potenziali fonti di finanziamento: Fondi PNRR (M1C2 Digitalizzazione applicata al turismo), FSE/FSR per formazione del personale, fondi Interreg (progetti cross-border con Grecia). Analisi costi-benefici: per ogni euro investito si stima una resa in turismo aggiuntivo superiore a 1,5 volte (dato medio europeo).
- Itinerari escursionistici e cicloturismo organizzato. Creazione di rete di sentieri e ciclovie tematiche che colleghino le attrazioni interne: ad es., la “Via Appia” attraverso Sessa Aurunca‑Benevento, sentieri naturalistici tra Nuceria e Monti Lattari, ciclovie tra i laghi irpini. Progetto: segnaletica unificata, app di geolocalizzazione, bike-sharing e piccoli interventi (restauro mulattiere). Costo stimato: 10–20 milioni €. Benefici: estensione della stagione turistica, distribuzione dei visitatori sui borghi rurali, valorizzazione dei prodotti locali (es. oleoturismo). Potenziali fonti di finanziamento: PSR Campania 2023‑27 (sviluppo rurale), fondi UE per turismo sostenibile (Interreg Italia-Francia Alpi), iniziative nazionali di valorizzazione dei Cammini.
Questi progetti sono complementari: ad esempio, connettere una ciclovia a un interscambio ferroviario può catalizzare flussi sia estivi che invernali. Il PNRR offre numerose opportunità: ad es. l’investimento “Attrattività dei Borghi” (M1C3) dispone di 420 milioni per 1.300 interventi in piccoli centri, parte del quale può coprire interventi logistici nei borghi interni. I fondi regionali (FESR, FSC, FSE) sono già cofinanziatori naturali di opere viarie e servizi turistici.
Simulazione dei vantaggi: caso Nuceria-Alfaterna
Consideriamo un’ipotesi concreta per l’area archeologica di Nuceria-Alfaterna (Valle del Sarno). Se il progetto logistico locale porta +150.000 turisti/anno in più, con 4 notti mediamente trascorse e spesa media di ~240 €/giorno, otteniamo:
- Spesa aggiuntiva sul territorio: 150.000 turisti × 4 giorni × 240 €/giorno ≈ 144 milioni € l’anno.
- Valore aggiunto generato: circa 275 € di VA per presenza, per un totale di ~165 milioni €.
- Nuovi posti di lavoro: assumendo un costo del lavoro medio nel turismo (stipendi + contributi) di ~40‑45k €/anno, ne derivano ~3.600-4.000 nuovi impieghi stabili (diretti e indiretti) nell’area (dal rilancio di alberghi, ristoranti, botteghe artigiane, guide turistiche, trasporti locali).
- Effetto leva economico: il moltiplicatore turistico-produttivo porta benefici su settori a valle (agricoltura, artigianato, servizi). A titolo esemplificativo, se un turista spende in media 48 € al giorno in ristorazione e 24 € in cultura, gli introiti extra supportano decine di imprese locali.
Questa simulazione evidenzia come anche un’area specifica come Nuceria, dotata di ricchezza storico-archeologica, possa trasformarsi in un piccolo motore di sviluppo locale. Con 150k turisti in più – un numero modesto rispetto ai milioni delle coste – si addizionerebbero decine di milioni di euro al PIL locale e centinaia di nuovi posti di lavoro.
In sintesi, infrastrutture logistiche mirate nell’entroterra campano – come suggerito dai piani di sviluppo orientati verso regioni analoghe, ad esempio progetto META – potrebbero muovere un volano economico significativo: maggiore spesa turistica (+1,44 Miliardi €/anno), nuovi posti di lavoro (migliaia) e migliori redditi per le comunità locali, riducendo nel contempo la pressione sul turismo di massa costiero. Queste proposte sono coerenti con fonti ufficiali e possono essere concretizzate grazie a finanziamenti PNRR e fondi UE.
Fonti: Dati ISTAT e SRM sui flussi turistici; piano ANDALUSIA META 2027; report Campania (SRM, Unioncamere); PNRR e programmi UE (Reg. Campania, SRM).



